Come si può rendere visibile l'invisibile? È un interrogativo al quale l'arte, fin dai primi secoli della cristianità, ha tentato di dare risposta cercando di rendere 'umano' ciò che è divino. Tentativo difficile, poiché si è trattato di rappresentare l'unità e al tempo stesso la distinzione presenti nel Dio Unitrino in forme visibili e comprensibili dall'uomo. Quindi necessariamente evocative. Però la Trinità era e resta mistero insondabile. Ma Dio è soprattutto luce. Perciò, l'arte che ha come soggetto la Trinità è intrisa di luce, sia nel pathos della Crocifissione sia nell'ansia del Giudizio Finale. Così come nelle architetture spirituali del Gotico e nei portali scolpiti del Romanico. Tuttavia, ogni immagine rievoca comunque una realtà 'altra', trascendente, richiama visioni di una bellezza nel suo profondo inattingibile. Realistica o idealizzata, umanizzata o spiritualizzata, ogni raffigurazione diventa quindi uno sforzo per 'vedere' l'Eterno. Attraverso alcuni esempi iconografici emblematici, l'autore ripercorre e analizza la storia figurativa di uno dei soggetti più rappresentati nella Storia dell'Arte, dall'Oriente all'Occidente, dall'età paleocristiana al nostro tempo.
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